Introduzione
Con l'arrivo della tarda primavera, i nostri giardini diventano vulnerabili a una serie di malattie del prato, tra cui una delle più temute è la Rhizoctonia. Questa malattia si manifesta con chiazze circolari che possono variare in dimensioni da 30 centimetri fino a un metro e mezzo, e talvolta possono allargarsi fino a fondersi tra loro, formando aree più grandi di erba danneggiata. Se osservate il prato al mattino presto, specialmente quando l'umidità è elevata, potrete notare un bordo grigiastro lungo i margini delle aree colpite, spesso accompagnato da sottili filamenti simili a ragnatele.
Rhizoctonia: cos'è e quando si verifica
La Rhizoctonia sopravvive nel terreno e nel feltro grazie a piccole formazioni chiamate sclerozi, che assomigliano a piccole perle marroni ben visibili ad occhio nudo. Normalmente, il fungo è innocuo, svolgendo un ruolo naturale nella decomposizione della materia organica morta nel terreno. Tuttavia, quando le condizioni ambientali diventano favorevoli e il prato è sottoposto a stress, il fungo diventa un parassita, attaccando i tessuti vivi dell'erba. Le temperature ideali per la diffusione della Rhizoctonia variano tra i 28 e i 30°C durante il giorno e tra i 21 e i 26°C durante la notte. Queste condizioni climatiche sono comuni tra maggio e settembre nell'Italia centro-settentrionale e tra metà giugno e fine luglio nelle regioni alpine.
I prati particolarmente suscettibili alla Rhizoctonia sono quelli tagliati bassi e costituiti da miscugli di microterme, come agrostidi, loietti perenni, festuche fini, Poa pratensis, Festuca arundinacea e Poa annua. Alcuni fattori legati alle loro manutenzioni possono aumentare il rischio di sviluppo della malattia. Tra questi troviamo:
- 1. Irrigazioni troppo frequenti o eccessive
- 2. Concimazioni troppo abbondanti a base di azoto
- 3. Operazioni troppo aggressive contro l'infeltrimento
- 4. Calpestio intenso
- 5. Taglio del prato troppo basso e frequente
- 6. Terreni con scarso drenaggio che causano ristagni d'acqua
Come prevenire la Rhizoctonia senza fitofarmaci
A causa delle restrizioni sempre più rigide sull'uso di fungicidi per il trattamento dei prati, è essenziale adottare metodi di prevenzione che non facciano affidamento sugli agrofarmaci. Ciò comporta l'uso di tecniche di controllo integrato e biologico, sia a scopo preventivo che curativo. Ecco alcune pratiche agronomiche che possono ridurre l'incidenza della Rhizoctonia:
- Ridurre l'apporto di azoto nei fertilizzanti: L'eccesso di azoto può rendere il prato più suscettibile alle malattie fungine. È preferibile utilizzare fertilizzanti bilanciati con azoto a lenta cessione che forniscono sostanze nutritive in forma costante e regolare senza picchi.
- Aumentare l'altezza di taglio: Tagliare l'erba a un'altezza maggiore può aiutare a ridurre lo stress sul prato e fornire una maggiore resistenza contro i patogeni. Tenete pulite e disinfettate sovente le lame di taglio.
- Irrigazioni mirate a frequenza ridotta ma più profonde: Invece di irrigare frequentemente, è meglio innaffiare meno spesso ma con maggiore profondità, permettendo al terreno di assorbire l'acqua senza causare ristagni.
- Applicare biostimolanti fogliari per ridurre lo stress: Questi prodotti possono aiutare il prato a resistere meglio agli stress termici e idrici, fornendo un livello aggiuntivo di protezione contro le malattie.
La gestione annuale del feltro con il verticut deve essere in forma non aggressiva per evitare di stressare il prato. Questi leggeri arieggiamenti dovrebbero essere seguiti da uno strato sottile di terriccio per aiutare a proteggere l'erba. Una pratica efficace per rafforzare il prato e curare i danni della malattia è l'uso di prodotti a base di silicato di potassio. Questi prodotti rafforzano le pareti cellulari dell'erba, creando una barriera contro i funghi, e accelerano il processo di guarigione quando la malattia ha già colpito.